titolo : Apocalypsis: Scienza o letteratura?
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Apocalypsis: Scienza o letteratura?
(Giovedì 1 Novembre 2018)Apocalypsis: Scienza o letteratura? Ho sempre preferito la rivelazione al racconto, l’analisi alle parabole, l’impegno serio nello studio alla divagazione ricreativa finalizzata all’alienazione nell’era della post- veritá.Kurt Godel e poi Tarsky, ci hanno dimostrato che la veritá non è finitamente definibile e che le proposizioni
matematiche autoreferenziali sono tautologiche. Ne sia un esempio eclatante la famosa proposizione di Epimenide: “ io sono cretese e vi dico che i cretesi sono tutti bugiardi” Com’è noto e facilmente comprensibile, questa frase non proclama alcuna veritá. Trattasi di una palese tautologia che racchiude un’antinomia e quindi un paradosso. Preferisco quindi l’apocalisse alla tautologia, lo svelamento progressivo all’occultamento, la Scienza alla letteratura che considero essenzialmente un inno all’autore e non alla veritá(per quanto non definibile finitamente).L’apocalisse delle Scienze trova la sua ragion d’essere nelle metodologie scientifiche, ovvero nel problem solvyng, nei metodi deduttivi, induttivi, sperimentali e di” consilience”. Per comprendere pienamente i motivi per cui la Scienza ha tanto successo e la letteratura invece è per molti versi tanto ridicola, narcisistica ed autocelebrativa, ritengo necessario esaminare più dettagliatamente le metodologie sopra esposte, onde individuarne le eccellenze ed i limiti. Il “ Problem Solvyng” consiste nell’individuare un problema ed esaminarne le possibili soluzioni. Un problema è come un punto nello spazio, attraverso cui passano infinite rette o soluzioni del problema; si tratta d’individuare la retta o curva che risolva il problema in tutte le sue variabili, sempre che il problema ammetta una sola soluzione o più soluzioni, fino ad un numero infinito di soluzioni. Proviamo ad immaginare un problema e cerchiamone le possibili soluzioni logiche. Ad esempio, una macchina distributrice di caffè, lattine di coca cola, merendine, acqua minerale, ecc. Io non so come funzioni una macchina simile per cui formulo delle ipotesi risolutrici, dalle più ingenue alle più complesse. Le possibili soluzioni sono pressoché infinite, spaziando, dalla presenza nascosta di un nano nella macchina che risponda alla monetina dispensando un determinato prodotto, alle leggi dell’elettrodinamica e dell’elettronica, apparentemente di comprensione più complessa, ma alquanto più probabili, in quanto se io apro la macchina, non trovo nani nascosti, ma solo cavi, e differenze di potenziale. In questo caso quindi il problem solvyng è risolto dal metodo empirico: io apro la macchina e quindi escludo l’ipotesi del nano. Il metodo deduttivo è quello delle Scienze Matematiche ed è quello che ci propina veritá più “ certe” direi assolute, essendo valide in ogni tempo e luogo se si rispettano gli assiomi di partenza. Kurt Godel, il più grande Logico Matematico asseriva che per studiare le stelle non era necessario vederle, in quanto nel suo modello di Universo in cui si può andare avanti ed indietro nel tempo, le stelle costituivano necessitá logiche. Effettivamente, nella storia abbiamo comprovato che gli imperi cadono e si dissolvono, le religioni si originano e poi scompaiono, l’umanitá si rinnova e si evolve, ma le grandi veritá matematiche scoperte diversi millenni fa dai geni di queste scienze, restano imperiture, non cambiano nemmeno di una virgola e sono e saranno sempre valide( se si rispettano gli assiomi di base). Il metodo induttivo, invece, pur prestandosi ed adattandosi a molte esigenze delle Scienze sperimentali, presta il fianco, purtroppo a parecchie e gravi obiezioni. Nel corso dell’anno, ogni giorno il sole sorge e tramonta. È stato sempre così(anche se la durata dell’anno e del giorno e della notte è variato nel corso della storia della Terra), ma non possiamo affermare con assoluta certezza, che così sempre sará e che domani il sole sorgerá come oggi all’alba è sorto. Tale ammissione sarebbe come una specie di dogma indimostrabile che minerebbe dalle fondamenta la razionalitá scientifica. Per comprendere appieno il motivo per cui il metodo induttivo non può propinarci solide e definitive” veritá”, mi sembra utile e propizio riportare la storiella del “ buon fattore” che ogni giorno portava il cibo alle galline rinchiuse nel pollaio. Per le galline, il fattore costituiva una divinitá: si prendeva cura della salute dei suoi polli, li curava, li rifocillava, faceva addirittura ascoltare loro della buona musica, affinchè deponessero più uova, ma....... un bel, anzi, un cattivo giorno, il fattore entrò nel pollaio, con l’aria sorridente e bonaria di sempre e ritorse il collo alle sue galline. Non ci si può fidare del metodo induttivo, le Scienze sperimentali che si basano sull’induzione offrono un significato di veritá sicuramente inferiore a quello delle Scienze che si affidano totalmente al metodo deduttivo. Il metodo sperimentale, detto impropriamente galileiano, dipende in toto dagli strumenti di cui disponiamo per decifrare i fenomeni naturali. Infatti, se non dispongo di una strumentazione adeguata e sofisticata, non potrò debitamente ed esaurientemente esaminare le 4 forze fondamentali della Natura così come, se non disporrò di una solida base logico deduttiva, non potrò constatare l’esistenza degli atomi, molecole e particelle elementari. Inoltre, il metodo sperimentale, non mi permette di certo di indagare sull’origine dell’Universo, della vita e della sua evoluzione, così come m’impedisce, almeno apparentemente, di fare previsioni sul divenire di tutte le cose. Fortunatamente gli scienziati dispongono del meraviglioso metodo detto “ Conilience”, ovvero concordanza, cioè convergenza di un numero abbastanza elevato di “ prove” verso un’unica spiegazione, come se tra infinite rette passanti per un punto, avessi l’equazione di una sola tra esse, che mi indicasse la soluzione di un problema. Senza la “ consilience” intere scienze, quali la Geologia, la Paleontologia, la Paleoantropologia, la Cosmologia, le Scienze dell’Evoluzione della vita non sarebbero in grado di affermare le loro strabilianti scoperte, con grande gioia e gaudium magnum di talebani, biscazzieri, preti e retrogradi oscurantisti di ogni estrazione. A chiarimento di quanto or ora esposto, basti considerare la genesi delle concezioni evoluzioniste; tutte le scienze biologiche, dalla sistematica all’embriologia, alla genetica, all’evo-devo, alla biologia sintetica, all’informatica, alla biologia molecolare, convergono verso un’unica sola e possibile soluzione. Tutte le forme viventi derivano da un unico progenitore comune, la cui evoluzione in quasi 4 miliardi di anni ha prodotto tutta la biodiversitá passata e presente. Non esiste alcuna altra spiegazione convergente, per cui, a dirla come il grande genetista Theodosius Dobnazky, senza le discipline evoluzionistiche, non esiste alcuna spiegazione della diversitá della vita. Analogamente in Cosmologia, noi non possiamo sperimentalmente comprovare i buchi neri o l’esistenza dell’inflazione cosmica nei primi istanti dell’esistenza dell’Universo, non possiamo vedere il “ Campo quantistico” ovvero il nulla da cui il tutto ha origine, ma le equazioni matematiche e la convergenza dei dati provenienti da svariate discipline, punta decisamente a favore dell’esistenza di queste realtá. Dal Caos all’Apocalypsis, dalla letteratura alla Scienza non c’è che un filo conduttore: quello della sana razionalitá, dello scetticismo iniziale che ci ammonisce oggi come 500 anni fa che “ Nullius in Verba”, il saggio motto della” Royal Society” è la formula valida e fondamentale per transitare dall’opinione delle varie letterature alla ragionevole certezza delle sane e positive conoscenze scientifiche.
Davide Castelli
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