Castelvetrano. Maxi piantagione di marijuana. Cinque in manette

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Castelvetrano. Maxi piantagione di marijuana. Cinque in manette

(Martedì 19 Giugno 2018)
Cinque persone sono finite in manette questa mattina perché ritenute responsabili della coltivazione di marijuana in una maxi-serra, rinvenuta nel settembre dello scorso anno nel Comune di Poggioreale. L'operazione, della Compagnia dei Carabinieri di Castelvetrano, con il supporto in fase esecutiva dei Carabinieri del Comando Provinciale di Palermo, deriva da un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Sciacca.

L’attività investigativa, denominata “Operazione Fantasma”, condotta dagli uomini dell’Arma di Castelvetrano sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Sciacca, ebbe inizio a seguito della localizzare di un casolare rurale sito in c/da Fontanelle di Poggioreale (ai limiti di territorio con la provincia di Palermo) dove, da appositi servizi di osservazione, si riscontrava la presenza di una piantagione indoor di sostanze stupefacenti. In occasione dell’arresto dei due fratelli Corte – materiali conduttori della serra – gli investigatori capirono che erano solo i “conduttori” della piantagione e che era ipotizzabile che, oltre loro, vi erano altri soggetti interessati al business.

Grazie all'ispezione dei cellulari degli arrestati e a vari interrogatori degli stessi, sono stati acquisiti elementi investigativi preziosissimi alla prosecuzione delle indagini. In primo luogo si faceva risalire l’epoca della prima installazione delle strumentazioni vivaistiche al marzo 2017; inoltre, si comprendeva che i fratelli Corte avessero principalmente messo a disposizione il sito ed effettuato operazioni meramente strumentali alla conduzione della piantagione, ma che l’iniziativa fosse stata presa da altri. Veniva, dunque, in modo progressivo, avviate, dalla Compagnia di Castelvetrano, una serie di attività d’intercettazione nei confronti dei fratelli Salvatore e Stefano De Lisi, Antonino Nuccio, Vito Lo presti (gravato da precedenti specifici in materia di stupefacenti) e il figlio Salvatore, grazie alla quale era possibile documentare l’effettivo coinvolgimento degli indagati nell’organizzazione e predisposizione della serra sequestrata, i timori degli stessi di poter essere individuati dalle conseguenti attività d’indagine, l'abitudine nello svolgimento di tali dinamiche criminali (immediatamente gli indagati si prodigavano nel ricercare un nuovo sito dove installare un analogo vivaio di stupefacenti).

Gli arrestati si trovano ora nella casa circondariale di Palermo Pagliarelli a disposizione dell’autorità giudiziaria e dovranno rispondere del reato di coltivazione e produzione di sostanze stupefacenti.

[Fonte: livesicilia.it]



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